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NIENTE DI NUOVO SUL FRONTE OCCIDENTALE

L’autore, E.M.Remarque, ci descrive in questa autobiografia l’orrore del fronte.

Ci narra la sua vita come soldato arruolato nell’esercito tedesco, durante la seconda guerra mondiale. Egli, dopo un anno al fronte, dove assiste alla morte di gran parte dei suoi compagni, torna a casa, senza forze, malato ed esaurito, per salutare un’ultima volta sua madre, che ha il cancro. Egli si dimostra impacciato e a disagio nel ritorno ad una vita "normale", segnata dalla distruttiva guerra, che l’ha reso insensibile e incapace di relazionare con altre persone.

Torna al fronte, dove, durante un attacco, si ritrova in un avvallamento, formato dall’esplosione di una bomba, pieno d’acqua. Ha perso il suo fucile, ed è dotato solo di un pugnale. Cade nella fossa un soldato tedesco, che viene colpito con tre pugnalate al petto; muore dopo poche ore. Durante la sua agonia, Remarque riflette sul significato e sulle conseguenze della guerra, e si accorge che in fondo, lui e il soldato ferito mortalmente sono nemici solo per le loro uniformi, che non contano, ma sono uguali, hanno lo stesso terrore, sono entrambi poveri.

Questo racconto è scritto in maniera abbastanza scorrevole, ricco di riflessioni in cui Remarque pensa alla sua situazione, ai suoi compagni e al suo futuro. Attraverso i dialoghi, si intuisce la miseria e la fragilità degli arruolati, spesso inconsci della causa che li costringe ad uccidere.

In questo libro, vengono toccate tematiche sulla distruzione non solo fisica, ma anche morale, che provoca la guerra, mezzo crudele per ottenere apparentemente privilegi, di cui beneficiano solo i potenti, ma che danneggiano in modo irreparabile la popolazione.

E’ molto coinvolgente e spinge a molte riflessioni. Vi consiglio di leggerlo immedesimandovi nel protagonista e ricordandovi dell’accaduto, perché non si manifesti ancora.