Non tradisce, Stefano Benni, i suoi (giovani) lettori: Sa bene che soltanto la realtà più contemporanea può incuriosirli, commuoverli, riempirli di sdegno, e, naturalmente, farli ridere. E, in questo nuovo libro di storia c'è, per esempio, la scuola che fabbrica mostri. E i libri stessi diventano mostri terrificanti che si vendicano del nuovo libraio che vorrebbe venderli senza neanche conoscerli. E mostruosa è la pubblicità che arriva alla casa più bella e più amata , in una valle paradisiaca , per girarci uno spot : ma per rendere ancora più bello il luogo e i suoi abitanti i pubblicitari ne fanno di tutti i colori , fino a cotonare le piume del gallo. E tutta di mostri -mostri quanto mai attuali- è la festa della Nuova Destra a bordo dell' Indomito (" più di 2000 gabbiani furono abbattuti a mitragliatementre tentavano di avvicinarsi") : sono giovani naziskin e vecchi repubblichini a cui , in raptus automatico , il braccio destro continuamente scatta verso l'alto .
A loro viene presentato un " mite vecchietto " scovato in un angolo del Sudamerica: " Chi meglio dell'uomo ha incarnato tutto il male della storia e ha pagato duramente fingendosi morto può testimoniare della nostra trasformazione?". Che sia lui non c'è dubbio, il DNA parla chiaro. E anche i baffetti ormai candidi. Ma l' efferata e affascinante mostrologia di Benni raggiunge il suo massimo nel primo dei 27 racconti ," Papà va in TV ". Naturalmente non diremo cosa ci va a fare.