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GLI OCCHI DELL'IMPERATORE

DI LAURA MANCINELLI


Devo dire che questo libro, pur essendo molto semplice e breve, è stato tuttavia appassionante.

E' un testo sentimentale con un'ambientazione storica, il quale si propone di insegnarci che della vita dobbiamo amare tutto, quello che ci rallegra e quello che ci amareggia e che, se abbiamo amato, al di là della morte resta sempre la vita.

Chi narra è esterno alla storia ma è comunque interessato a ciò che accade.

La vicenda è ambientata in Italia, in Piemonte e Puglia in particolare, nel tempo in cui regnava Federico secondo di Svevia.

Il viaggio della protagonista, che è l'evento predominante, dura più o meno un anno.

Il filo conduttore è una storia d'amore cominciata con il classico colpo di fulmine.

I due innamorati sono Bianca di Agliano e Federico II.

Sono gli occhi di Federico,azzurri e intensi, a fare innamorare, e lei ogni qual volta vede qualcosa di meraviglioso, si immagina gli occhi di lui così lontani.

Ed ecco spiegato il titolo:"Gli occhi dell'imperatore".

Bianca, contessa piemontese, si mette dunque in viaggio verso il matrimonio atteso da tutta la vita con Federico II di Svevia che, per problemi familiari e politici, non ha ancora potuto dedicarsi a lei.

Lui, l'imperatore Federico, ormai malato, è prossimo alla morte.

Nel romanzo vi è un altro perssonaggio-protagonista importante, Tannauser, che vive insieme a Bianca, durante il viaggio verso il suo futuro sposo, un amore fatto di soli sguardi, e lui ormai da tempo, a causa di un maleficio, non sa più amare.

La vicenda è dunque un discorso a tre, Bianca, Federico e Tannauser, in un intreccio di passione, avventura, entusiasmo e fatalistica rassegnazione.

Sospeso tra storia e invenzione e scritto in un linguaggio lirico-musicale, che sottolinea profondamente la distanza dalla realtà, il racconto è tuttavia passionante e commuovente, ma anche un finale che è quasi del tutto scontato. Lo consiglierei a coloro cui piace ciò che è romantico e commuovente, che non dovrebberlo leggerlo tutto d'un fiato per non perderne i significati più profondi.

Jessica Comparin