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AGATHA CRISTHIE, 10 PICCOLI INDIANI



Autrice : Agatha Cristhie
Pagine : 210
Anno prima pubblicazione : 1939

"10 Piccoli Indiani" ha come protagonista un gruppo di 10 persone,molto diverse l'una dall'altra,invitate da uno sconosciuto sull'isola di Nigger Island,nel Pacifico.

Tutti, chi per inteteresse, chi per curiosità hanno accettato l'invito di passare un breve soggiorno nella splendida villa che si diceva esistesse sull'isola.Molte altre cose se dicevano di Nigger Island,ma la sua vera storia era avvolta nel buoi,nel mistero.

Ora, sull'isola dove sorge una roccia che rassomiglia alla testa di un negro,sono riunite queste dieci persone, isolate dalla società. Ad aspettarle al loro arrivo non c'è il misterioso padrone di casa.

Al suo posto,nella sala di ingresso,una strana filastrocca attira l'attenzione:essa par la di "10 poveri negretti" che morirono misteriosamente uno dopo l'altro e termina con le parole "solo il povero negretto ad un pino si impiccò e nessuno ne restò". Per i dieci ospiti la poesiola segna l'inizio di un incubo terribile che li portera',uno dopo l'altro,alla morte.

Il racconto giallo,ambientato nell'estate 1936,è particolarmente avvicente:il mistero che circonda la vicenda è costituito da 10 omicidi,compiuti seguendo il filo di un'assurda filastrocca,da un omicida fantasma.

L'autrice è riuscita a costruire gradualmente la psicologia dei personaggi,che prima di quel momento,non si erano mai visti e non si conoscevano e che una voce accusa di omicidi che ciascuno di loro avrebbe commesso.

Sentendosi minacciato ognuno diventa diffidente e sospettoso verso gli altri,ritenuti a loro volta l'assassino. Il ritmo della narrazione è abbastanza lento,concentrato com'è sul clima di sospetto e di attesa e sulla descrizione psicologica dei personaggi,sul passato dei quali spesso si ricorre al flash-back.

Poco importante è il ruolo delle descrzioni d'ambiente,volte a sottolineare come l'isola sia isolata e lontana dalla terraferma; i dialoghi sono generalmente brevi e concisi,il narratore è esterno, a focalizzazione zero ma assume la prospettiva di uno dei protagonisti, il perfido giudice Wargrave. Questa scelta è fondamentale per chiarire il senso logico della vicenda,che si conclude con "l'ultimo negretto ad un pino si impiccò".

Il linguaggio utilizzato è molto semplice, cosicchè il libro risulta adatto a qualsiasi categoria di lettori.

Io l'ho trovato particolarmente interessante e avvicente anche perchè la storia,compreso il finale, è decisamente originale. Direi quasi che un modello narrativo come questo è nuovo nel suo genere e stimola in modo particolare il lettore ad elaborare una propria teoria interpretativa dei atti.

Consiglio una lettura senza interruzioni per evitare di perdere alcune connessioni fondamentali.